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Un diamante è per sempre?

Un diamante è per sempre?

È una domanda che il gentil sesso, alla vigilia di San Valentino, festa degli innamorati, si pone sovente.

Tempo fa avevamo intervistato il nostro stimatissimo Gemmologo, Pio Visconti, nel suo laboratorio analisi (Clicca qui per rivedere l’intervista)

Oggi approfondiamo in modo più tecnico la gemma legata per tradizione all’amore: il Diamante.

È la gemma per eccellenza e deve il suo nome alla sua eccezionale durezza senza eguali in natura (Adamas in greco: indomabile).

Il diamante è formato da carbonio puro, cristallizza nel sistema cubico e la sua cella elementare è cubica a facce centrate. Essa può essere assimilata a un cubo dove su ogni vertice c’è un atomo di carbonio e lo stesso al centro di ogni faccia. Il carbonio, in verità, è un elemento molto comune sulla crosta terrestre; la stessa grafite è formata da carbonio, così pure il metano e moltissimi degli elementi che ci circondano.

Il diamante però si differenzia da tutti non solo per il sistema di cristallizzazione, ma anche e soprattutto per la distanza tra gli atomi che corrisponde a spazi molto ridotti.

Anche se comunemente si crede che i diamanti siano chimicamente tutti uguali, in realtà esistono in natura due tipi di diamanti, a loro volta suddivisi in due sottotipi:

• Tipo I

Comprende circa il 98% di tutti i diamanti e si presenta come un cristallo omogeneo con distorsioni reticolari. Assorbe radiazioni U.V. a partire da 3300 Å, presentando fluorescenza alle onde U.V.L. ed è opaco alla radiazione infrarossa. Contiene azoto ed è un perfetto isolante elettrico.

• Tipo Ia

Comprende circa il 98% di tutti i diamanti estratti. Contiene azoto in quantità da 0,05% a 0,2% e presenta inoltre inclusioni di piccole laminette di natura sconosciuta, disposte parallelamente alla faccia del cubo. Si sfalda più difficilmente rispetto ai diamanti del tipo II a.

• Tipo Ib

Comprende lo 0,1% dei diamanti estratti. Anch’esso contiene azoto ma in quantità molto minore, non orientato e disperso nel reticolo cristallino in maniera del tutto irregolare. Praticamente tutti i diamanti sintetici sono del tipo I b.

• Tipo II

Comprende circa il 2% di tutti i diamanti. I cristalli di questo tipo presentano poche deformazioni reticolari. Assorbono radiazioni U.V. a partire da 2250 Å e non presentano fluorescenza alle onde U.V.L.; sono inoltre trasparenti alle radiazioni infrarosse. Non contengono azoto né presentano birifrangenza anomala.

• Tipo IIa

Decisamente rari, non più dell’1 o 2% dei diamanti estratti, non presentano tracce di azoto: sono caratterizzati da proprietà ottiche e termiche più evidenti rispetto agli altri tipi. Commercialmente molto ricercati in quanto sono cristalli completamente incolori.

• Tipo II b

Comprende circa lo 0,1% di tutti i diamanti. Sono generalmente di colore blu e presentano forte fosforescenza blu a 2500 Å. Questi diamanti contengono boro e sono dei buoni semiconduttori. Per inciso, proprietà semiconduttive nei cristalli sintetici possono essere indotte mediante incorporazione di boro